Collaboriamo? Sì, ma occhio al prezzo!

Nel mondo del lavoro da remoto, spesso si ha la necessità di creare una collaborazione tra freelance.

I casi più frequenti in cui accade ciò sono due:

  • hai bisogno di una persona che è più competente di te in un ambito specifico richiesto dal cliente
  • non hai tempo a sufficienza per gestire il cliente, ma non vuoi perderlo

In entrambi i casi stai facendo la scelta giusta.

Ma la domanda è? Sei sicuro che ciò non incida negativamente sul tuo guadagno?

Collaborazione tra freelance, ecco l’errore da evitare

Se hai davvero bisogno di una collaborazione tra freelance per portare a casa il progetto, hai due soluzioni:

  1. presentare al cliente due fatture distinte, una tua e una del collaboratore.
  2. fatturare tu tutto il lavoro al cliente e pagare la fattura al collaboratore.

Se sei un freelance, con molta probabilità insieme al tuo consulente avrai scelto il regime forfettario.

In questo regime saprai che i costi si scaricano in modo forfettario nella misura del 22%.

Ciò significa che se adotti la soluzione 1, nel calcolare il margine di guadagno sul lavoro che hai preso, le tasse sulla commessa saranno calcolate sul prezzo che fai al cliente, tolto soltanto il 22% della fattura del tuo collaboratore.

La base imponibile di partenza è quindi già alta e le tasse sono calcolate in proporzione ad essa. In più dovrai corrispondere al tuo collaboratore la sua parcella.

Fatti due conti, ciò potrebbe significare che il prezzo che fai al cliente deve essere adeguatamente aumentato e ti assicuro non di poco rispetto alla tua tariffa solita.

Se proprio vogliamo dirla tutta, tra le spese da togliere al prezzo fatto al cliente, andrebbero considerati anche tutti gli altri costi che hai eventualmente sostenuto per quel lavoro specifico e la parte di costi fissi che vano spalmati in modo equo su tutti i lavori che incassi. (se vuoi approfondire questo argomento LEGGI QUI )

Facendo i tuoi conti ti accorgerai che la soluzione di fatturare tu al cliente, potrebbe mandarti fuori prezzo e non sarai di certo concorrenziale. Già perché le tasse le pagheresti tu sull’intero lavoro come ti ho spiegato sopra.

Anche se non sei inquadrato come professionista, ma come artigiano o commercio, la domanda che devi farti è quanti lavori presi con questo sistema devi fare per coprire i tuoi costi fissi, tra cui le 4 rate di Inps fisse che hai da pagare, tanto odiate. (Se vuoi invece approfondire il tema Break Even Point, LEGGI QUI )

E LA FEE?

Altra usanza in voga tra i freelance. Ti chiedono una fee perché ti hanno portato il lavoro.

Il discorso non cambia! Nel fare il prezzo finale al cliente devi valutare quanto ti resta di margine, tolta la percentuale che riconosci al tuo collega.

Quando è capitato a me, ho sempre sottolineato che la fee sarebbe stata ricaricata sul prezzo finale che avrei fatto al cliente. Il più delle volte ho trovato colleghi che hanno subito compreso il ragionamento.

Per capire la convenienza nel stringere la collaborazione, la differenza come al solito la fanno i numeri. E nel caso della collaborazione tra freelance, secondo lo schema che ti ho illustrato sopra, il risultato del conteggio è spesso drammatico!

Ecco perché devi prestare molta attenzione quando fai il preventivo nel caso in cui ti chiedono una fee, o scegli di collaborare con un collega.

Quando mi confronto con le colleghe assistenti virtuali, o nelle sessioni di consulenza con i miei clienti, se andiamo ad analizzare i pro e i contro della collaborazione, il consiglio finale è sempre quello di presentare al cliente due fatture distinte.

Se anche tu vorresti capire meglio come impostare il tuo listino o verificare se potresti avere un margine di guadagno maggiore, ma non sai come fare, chiedimi una consulenza personalizzata, prenota una chiamata skype.

Ti aspetto!